giovedì 31 ottobre 2019

#13- L'anatomia della cosa

L'anatomia della cosa

L'anatomia dell'obolo non è unica ma varia per certe caratteristiche.
La struttura di base è comune a tutte: esse possono essere descritte come un disco di bronzo o rame di circa 0,5 gr.
Le incisioni e i soggetti raffigurati sulle monete però variano. Questi infatti dipendono non solo dal periodo ma anche dalla funzione. Se pensiamo all'obolo come moneta possiamo vedere che esso rappresenta figure e simboli romani; tra questi troviamo Marte, Minerva, la lupa con i gemelli,Giano ecc.
è possibile notare inoltre l'incisione "Roma" sulla moneta.
RSC 0032.jpg


Se ci riferiamo però agli oboli di Caronte essi sono caratterizzati da più figure attinenti al mondo dei morti. Nelle tombe degli imperatori infatti era comune trovare monete celebrative, di consacrazione che raffiguravano soggetti legati alla morte dell'imperatore che rinasce da divinità condotto poi da un'aquila in cielo.
Particolari monete ritrovate nelle tombe dei bambini invece presentavano un foro. Questo perché nella tomba era possibile trovare un gioco sonoro chiamato "crepitacula" con cui i bambini romani giocavano composto da un bastoncino di ferro che terminava con un anello. Inserendo le monete produceva un suono simile ad un sonaglio. Queste monete forate avevano raffigurate divinità protettrici femminili probabilmente per scelta della madre che volevano affidare il loro figlio morto nelle mani di una Dea pietosa.

venerdì 25 ottobre 2019

#12- I materiali della cosa


I materiali della cosa

I materiali usati per fabbricare l'obolo erano molteplici. 
La moneta era fabbricata per lo più in bronzo e in ferro.
In epoca greca questa però era coniata solitamente in argento, talvolta in oro e solo in epoca più tarda prevalentemente in bronzo.
La scelta privilegiata di materiali meno costosi non è dovuta solo al valore reale della moneta ma anche ad un altro motivo. 
Come già citato nel post #11 essa veniva usata come obolo di Caronte e posta quindi insieme al morto nella tomba. Per far fronte a i numerosi saccheggiamenti tombali si è infatti optato per un metallo meno prezioso quale il bronzo o il ferro in modo da far riposare il defunto in tranquillità.


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#11- La tassonomia della cosa

La tassonomia della cosa

L'òbolo è un oggetto che ha radici antiche più precisamente si colloca nel periodo greco romano.
Le sue funzioni ed evoluzioni sono molteplici e verranno qui descritte.

La nascita del mio oggetto si deve al commercio: esso infatti inizialmente era usato per il baratto delle merci e nell'antica Grecia aveva un valore pari a 8 Chalkus.
La nascente potenza romana ben presto prese contatto con le colonie greche dell'Italia meridionale e fu così che le comode monete furono ben accette. La monetazione antica era molto varia ed è difficile ripercorrere la metamorfosi di un singolo obolo.
L'evoluzione dell'obolo segue diverse sfaccettature però non solo per il commercio ma anche per altri usi che nel tempo ha assunto.
Da semplice moneta infatti diventa parte integrante della vita dei greci e romani avendo valore sia per la morte (Obolo di Caronte) sia per simboleggiare un 'offerta alla chiesa (Obolo di San Pietro).
Il primo assume ancora un valore monetario che però veniva affidato al morto per affrontare poi l'aldilà, mentre il secondo rappresenta una donazione di beneficienza usata ancora oggi.

Di seguito sono riportate diversi tipi di oboli apparenti a diverse località per evidenziare quanto era variegata la sua forma.

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Obolo 310-300 a.C., Phistelia (Campania)




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Sicilia, Obolo, Gela, c. 480-470 a.C

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Obolo di Caronte

lunedì 21 ottobre 2019

#09- I nomi della cosa

I nomi della cosa



La parola òbolo ha radici molto antiche. Il suo nome infatti deriva da lingue antiche quali latino e greco.
Nome latino: obŏlus
Nome greco: ὀβολός variante di ὀβελός <spiedo>
In particolare l'obolo di San Pietro deriva dal latino denarius o census Petri.
Dal vocabolario della Treccani troviamo la seguente definizione:
oggetto, di bronzo o ferro, usato, insieme con altri oggetti metallici, come per esempio tripodi o lebeti, con funzione monetale.

Nelle altre lingue la parola òbolo è tradotta in questo modo:
Inglese: obol
link--> pronuncia inglese
Francese: obole
link--> pronuncia francese
Tedesco: obolòs
link--> pronuncia tedesca
Spagnolo:  óbolo 
link--> pronuncia spagnola
Russo: Обол
link--> pronuncia russa
Portoghese: Óbolo 
link--> pronuncia portoghese
Rumeno: ban pentru
link--> pronuncia rumena
Polacco: obol
link--> pronuncia polacca
Olandese:  Charon's obool 
link--> pronuncia olandese

E' interessante notare come tutte queste traduzioni si assomigliano tra loro e come sia poco cambiata la parola dal latino.
Nei link sottostanti le traduzioni si può ascoltare la diversa pronuncia della parola.

#08- La cosa

La cosa

L'obolo
La "cosa" da me scelta è l'obolo, antica moneta romana.
Questa scelta è motivata dal fatto che, oltre ad essere il simbolo del luogo da me studiato, è una "cosa" che, seppur mutando nel tempo, è rimasta nel nostro uso quotidiano.
Interessante è proprio questo collegamento tra vecchio e nuovo...  Non ci resta che girarci di spalle, chiudere gli occhi e buttarci nelle acque alla scoperta del nostro oggetto!!





mercoledì 16 ottobre 2019

#07- Il film

Il film

"La dolce vita", Federico Fellini

La fontana di Trevi è senza ombra di dubbio uno dei luoghi più suggestivi di Roma scelto spesso come set per centinaia di film sia italiani che stranieri.

Il film da me scelto è "La dolce vita" di Fellini girato nel 1960.
Protagonista un giornalista di nome Marcello (interpretato dal celebre Marcello Mastroianni) che vaga spesso di notte, tra night club, grandi alberghi e vicoli deserti seguito dal suo collega fotografo Paparazzo. 
Uno dei momenti più noti di tutto il film ha proprio come sfondo la nostra fontana.
La scena simbolo del film, che è stata definita anche la scena simbolo del cinema italiano del XX secolo è quella del bagno nella fontana di Trevi di Anita Ekberg e Marcello Mastroianni. La sensualissima scena, di un tre minuti circa è entrata nell’immaginario popolare italiano e nel nostro patrimonio culturale. Si narra che, durante le riprese, Anita Ekberg non ebbe problemi a restare in acqua per ore, mentre Mastroianni, d’accordo con Fellini, per sopportare il freddo dovette indossare una muta sotto i vestiti e bere una bottiglia di vodka prima di girare. In un suo articolo la BBC afferma che la scena fu girata una sera di marzo, anche se la Ekberg afferma in un’intervista negli extra della versione in DVD che la scena fu girata in gennaio. 
Nella scena l'attrice svedese Anita Ekberg entra con il suo vestito lungo e scuro nella grande vasca  ed invita Marcello Mastroianni a seguirla chiamandolo "Marcello, come here! Hurry up!" e la risposta, poco convinta "Sì Sylvia, vengo anch’io! Vengo anch’io".



martedì 15 ottobre 2019

#06- Il nome del luogo


Il nome del luogo

La fontana di Trevi costituisce la mostra dell'Acqua Vergine, l'acquedotto he Marco Vipsanio Agrippa condusse a Roma nel 19 a.C. per alimentare le sue terme.

Il nome originale della fontana non era fontana di Trevi ma "di Trejo". Questo nome deriva dal fatto che la fontana si trova nella località detta "dello Trejo" volendo indicare all'incrocio delle tre vie detto "Trivio" dove sorgeva l'antica fonte romana.

Non tutti però sanno che il nome odierno potrebbe invece derivare da "Trivia", una fanciulla che indicò la strada della sorgente a Marco Agrippa, tornato vittorioso a Roma in seguito alla vittoria di Anzio contro Antonio.



Sitografia:
link 1: https://www.romasegreta.it/trevi/fontana-di-trevi.html
link 2: http://www.penisola.it/roma/fontana-di-trevi.php

lunedì 14 ottobre 2019

#05- Il mito

Il mito


Lancio delle monetine
Questo è senza dubbio il mito più famoso collegato alla Fontana di Trevi.
Chi visita Roma dovrà lanciare una monetizza nella vasca centrale, mettendosi di spalle, con la mano destra sulla spalla sinistra e con gli occhi chiusi. Se, girandosi velocemente si riesce a guardare l'attimo in cui la monetizza tocca l'acqua si farà sicuramente ritorno a Roma.

una simile leggenda vuole che si lancino nella fontana non una ma ben tre monetine; esse faranno avverare rispettivamente:
-che si ritorni a Roma
-che si incontri l'amore della propria vita
-che ci si sposi




Il bicchiere d'acqua
Altra leggenda meno conosciuta ma sempre molto romantica. Se il fidanzato deve partire per lavoro o per servizio militare le proprie ragazza gli faranno bere dell'acqua della fontana da un bicchiere nuovo per poi romperlo loro stesse. Questo sta a significare un patto di eterna fedeltà, suggellato da un momento irripetibile.

domenica 13 ottobre 2019

#04- Citazioni

Citazioni

«Addio, i bagagli, il dolore acuto di andarsene. Dopo cinque mesi a Roma riuscire a riassumere, in tributo e omaggio, la propria esperienza, l'intera avventura della propria sensibilità. Ma in realtà ho vibrato troppo, la somma di così tanto non è facile. Restano l'istintiva passione per questo luogo, un'incalcolabile numero di impressioni che suppongo si accumulano senza rumore negli oscuri e protettivi meandri della memoria, certi che riemergeranno vividamente se la vita o l'arte le cercheranno. Quanto alla passione, cinquanta sorsate d'acqua della Fontana di Trevi non potrebbero renderci più ardentemente sicuri che ritorneremo ad ogni costo».

Henry Smith, Una vacanza romana e altri scritti, 2016

sabato 12 ottobre 2019

#03- Un libro

Un libro

Libro: Una vacanza roma e altri scritti
Autore: Henry James
Anno di pubblicazione: 2016
Pagine: 116
Editore: Elliot

Questo libro è una raccolta di scritti di Henry James già parte dell'opera "Ore italiane" dedicati alla città di Roma scoperta dall'autore nel corso di uno dei suoi numerosissimi viaggi.
"Finalmente (per la prima volta) mi sento vivo" è cosi che scrive l'autore appena giunto nella capitale elogiando Roma sopra altre città famose quali Londra, Firenze, Venezia, Oxford definendole "piccole città di cartapesta".



giovedì 10 ottobre 2019

#02-Le cose


Le cose

OBOLO

La prima cosa che mi viene in mente guardando la Fontana di Trevi sono sicuramente le monete che migliaia di visitatori ogni giorno gettano dentro la fontana. Ogni anno infatti il comune raccoglie circa 1,3 milioni di euro in monetine.
Non tutti sanno però che questa usanza era tipica anche nella Roma antica, ma al posto di centesimi si era soliti buttare monete tipiche di quell'epoca cioè gli oboli.





STATUE

Altra caratterista tipica di questa fontana sono le sue numerose statue.
Nelle nicchie laterali troviamo infatti due statue realizzate dallo scultore fiorentino Filippo Della Valle. Alla destra troviamo la statua delle salubrità che rappresenta proprio la salubrità dell'acqua in riferimento alle acque dell'acquedotto vergine, sulla sinistra invece troviamo la statua dell'Abbondanza. ma la vera protagonista è senza dubbio la statua di Oceano o Nettuno situata al centro. Essa è realizzata da Pietro Bracci. Alta circa 5,8 metri il dio Oceano è rappresentato mentre monta su un carro a forma di conchiglia trainato da due cavalli alati: il cavallo di sinistra è soprannominato "agitato" mentre quello a destra "placido". I lori nomi sono riferiti al mare che può essere burrascoso o calmo.





Ultima ma non meno importante è la statua a forma di anfora presente all'angolo con via della Stamperia. Durante i lavori di costruzione infatti vi era una farmacia (secondo altre fonti un barbiere), il cui proprietario non era d'accordo con le scelte dell'architetto Nicola Salvi. Per mettere a tacere le continue critiche e giudizi negativi e per evitare che possa vedere il procedere dei lavori il Salvi decise di sistemare lì questa statua che assomiglia molto ad una figura delle carte da gioco: è cosi che i romani l'hanno ribattezzata con il nome di "asso di coppe".



lunedì 7 ottobre 2019

#01-Il luogo


Il luogo

LA FONTANA DI TREVI

Il luogo da me scelto è Piazza di Trevi sede dell'omonima fontana: la Fontana di Trevi.
Questa è la più grande e una delle più celebri fontane di Roma. 

COORDINATE: 41°54'03.0"N 12°28'60.0"E









#33-La sintesi finale

La sintesi finale Non avrei mai pensato di arrivare alla fine di questo percorso eppure eccoci qui, post #33, nonché ultimo post di quest...